Stabiana (Iosephi Centonze Paginae)  ~  Homepage  Testimonianze letterarie e storiche

 

LUIGI VANVITELLI

Lettere

(1754-1772)

 

 

 

 

 

 

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A Pozzano

 

Al fratello Urbano (24-9-1754)

Oggi sono stato a Castellammare per servire li Padri di S. Francesco di Paola, ove ho mangiato del buon pesce, ed il sito è stupendo di bellezza.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 253)

 

 

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La breccia di Castellammare 

 

[minuta s.d.]

[La breccia estratta a Castellammare è] porosa e sbucata, onde non se ne può fare uso vantaggioso.

(Bibl. Nazionale di Napoli, Fasc. Manoscritti XV-A-9 bis, busta 5, c. 19)

 

 

Al Tanucci (Napoli, 8-9-1759) [minuta]

[La breccia che si estrae dalle radici dei Monti Lattari a Castellammare potrebbe essere utilizzata per stipiti, zoccoli e balaustri] essendo di colore vario tendente al' scuro.

(Bibl. Nazionale di Napoli, Fasc. Manoscritti XV-A-9 bis, busta 5, c. 31)

   

 

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La cura dell'acqua 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 2-8-1763)

Prosegue la diarrea di materie velenose, ma non meno queste che lo stimolo dei premiti è molto cessato. Spero che l'acqua di Castel' a mare che prendo mi debba restituire la salute, con una lavanda interna generale. La debolezza nella quale ritrovomi è oltremodo grandissima, ed a stento vi scrivo queste due righe.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1079)

 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 9-7-1765)

Ho letto il parere del Sintes, a cui non scrivo perché non ho tempo e sono debole di testa, perché passo l'acqua di Castell'a mare, per cui poco posso applicare.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1197)

 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 5-7-1766)

Ieri fece freddo grande fuori stagione; io sto passando l'acqua di Castell'a Mare, la quale mi giova, per li miei incomodi.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1266)

 

 

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Frane e rovine 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 24-1-1764)

Qua piove continuamente, e sono accadute disgrazie grandissime; già vi scrissi nella passata di un turbine che unito alle acque à distrutto una terra, vicino Castel' a Mare; altre ve ne sono nel Golfo di Salerno, con mortalità grandi. Dicono che Maiori e Minori, terre grosse di quel Golfo, siano state rovinate assai; il caso fu di notte, onde pochi si sono salvati, ma sentiremo il di più in appresso.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1118)

 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 28-1-1764)

Il male fatto dall'acqua nelle sole vicinanze di Castel'a mare consiste a più di 200 mila ducati; ad uno benestante di quel luogo gli à portato via e distrutto l'entrata di sopra duemila ducati. Molti inglesi sono andati sul loco per curiosità a vedere l'eccidio. Non è stato il male al Cilento, come mi fu detto, ma a Minori, Maiori, nel golfo di Salerno, a Nocera ed a Gragnano vicino Castell'a mare. Si dubita che la solita Cuccagna possa essere sospesa, acciò il popolaccio non si aduni e faccia disordine nelle presenti circostanze.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1119)

 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 1-2-1764)

Cento cinquanta sono stati fin'ad ora i cadaveri ritrovati nella rovina fatta dalle acque presso Castell'a mare, la di cui porta è stata chiusa dalla terra condotta dalla lava con alberi, etc. Qual'infortunio, se pochi passi dippiù s'immergeva, rovinava anche Castell'a mare.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1120)

 

 

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Melangoli

 

Al fratello Urbano (Napoli, 1-2-1764)

Mi scrive il Signore Cardinale Sciarra che desidera co' suoi denari 60 piante, come un testone, di merangoli forti, e mi ringrazia delle piante che gli ò mandate. Ho mandato a chiamare un giardiniere, che fa negozio di queste, il quale mi à sconcluso la possibilità fin'all'anno che viene; ne aspetto un'altro da Castell'a mare, e procurato anche altro, ma dubito che si possa eseguire. Dopo che averò prese le informazioni risponderò al Signore Cardinale. Vorrei si trovassero, ma le piante le pagherò io, sol tanto il nolo lasciarei per esso.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1120)

 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 7-2 1764)

Ancora non ò potuto ritrovare che 20 piante, fra Puzzolo, Castell'a mare e contorni; vederemo come si farà per il resto. Qua è fuora di stagione; in una voce tutti dicono così, onde conviene credergli.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1123)

 

 

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La carestia, S. Gennaro e S. Catello 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 17-3-1764)

In tanto gli Oremus, che si dicono da' lazari avanti la testa di S. Gennaro esposta col sangue, sono cose che dimostrano la gran fede, ed insieme la massima ignoranza. Vi fu uno che disse: «Santo Jennaro, e che facimmo? Napole tuio more de fame». Altro replicò: «Santo Jennaro non ce bo mette mano, averia da fa troppo pe' scippà lo malo Govierno». Altro: «Santo Jennaro, facimmo no po li cunte nuoste, e te pare da lascià morì de famme le mogliere e li figli - qua con voli  che arrivavano al Cielo - dance lo pane, dance lo pane». Ed intanto si strappavano le donne i loro capelli, si davano gli uomini de pugni in petto, schiaffi sul viso ed altre espressioni, che fanno pietà ed insieme ridere. D. Girolamo Starace mi à raccontato essersi esso ritrovato nella Cattedrale, quando si urlava all'eccesso dall'infinito popolo lazaresco d'ogni genere. Si levò in piedi un lazzarone, e con voce magnifica disse a tutti: «Zitto, zitto, ca boglio dicere io. Santo Jennaro, guappone nuosto, tu non ce boi fa la grazia de darece lo grano. Te sei fatto piglià de mano da no settepanelle in faccia a tene, che sii no guappo. Santo Catiello, Santo Vescovo martire e padrone del loco, à proveduto Castell'a mare, che c'à mannato na nave de grano, e in faccia a tene, che sii no guappone, Santo Catiello è chiù da sotto de no settepanelle. Mannece provedenza a nui, che simmo lo popolo de Napole, guappone, guappone mannancello lo grano, dance lo grano». E tutti, con voli fin'alle stelle, incominciarono a gridare: «Dance lo grano, dance lo grano che ànno mannato fora regno», etc.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1134)

 

 

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Fabbrica di navi 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 29-7-1766)

Qua sono tre galeotte spagnole, che sono venute a prendere la quarta, che si è fabricata a Castell'a mare, avendo quella che avevano già quarta perduta in un combattimento co' Turchi africani. Queste fanno la novena della morte della Regina Madre; sparano ogni ora un tiro di cannone, fra tutte e tre, giorno e notte.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1273)

 

 

Al fratello Urbano (Napoli, 1-8-1766)

Si è armata la 4ª galeotta spagnola, fabricata in Castell'a mare, e domani notte di conserva se ne ritornano in Spagna.

(Bibl. Palatina di Caserta. Lett. n. 1274)

 

 

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 Molini e fabbriche 

 

Al consigliere Salvatore Caruso di Napoli (27-10-1772)

[Per stimare il valore dell'acqua in relazione a un costruendo molino ed a fabbriche] faciende nella casa degli Espulsi [presso Castellammare, occorre considerare il volume dell'acqua] che scorre dopo li molini dei PP. Certosini di Capri [...]. Il difetto della poca pendenza porta la conseguenza della poca attività della macchina alla quale aggiuntovi l'impedimento del moto prodotto dal vicinissimo mare quando è grosso, ne minora qualunqua stima [...] Dovendo risultare il prezzo dell'utile che ricaverà l'interessato dall'uso di questa [macchina] del quale [uso] non ve ne è certezza, dipendendo dall'industria dell'artista [...] è opportuno [...] apporvi un censo annuale [...] che farebbe il prezzo dell'acqua ascender in ducati duecento.

(Archivio di Stato di Napoli, Casa Reale Amministr., Maggiord. maggiore, fs. 16)

   

 

(Per il commento, l'inquadramento e i riferimenti bibliografici relativi ai passi riportati, cfr., tra gli Studi della sez. Letteratura e Territorio, G. CENTONZE, Vanvitelli e Castellammare)

(Fine)

 

 Ex Tabulis Iosephi Centonze

 

 

 

 

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